Sulle tracce di Veronika Van Eyck

Dal 29-05-2021 al 27-06-2021  orari: ven-sab-dom- dalle 15,30 alle 18.30
Indispensabili mascherina e distanziamento

Una mostra che indaga principalmente l’opera grafica di Veronika Van Eyck attraverso serigrafie, le Lune di Leopardi,  acqueforti, Kurdistan mon amour , le corride e i volti.

Da Sulle tracce di Veronika Van Eyck di Antonella Prota – Giurleo pubblicato sulla rivista Noi donne del 19.11.2020
Veronika Van Eyck nasce a Monaco di Baviera nel 1936. Il padre, psicologo, intellettuale di sinistra, aveva contatti con Lenin e con la Repubblica di Weimar; la madre era una danzatrice olandese, da lei Veronika assunse il cognome. Studia a Monaco e alla Kunstewerbeschule di Zurigo.
Trasferitasi a Milano nel 1955, frequenta l’accademia di i Brera con gli scultori Marino Marini e Giacomo Manzù. La sua prima personale risale al 1959, anno in cui espone le sue opere alla Bianchini Gallery di New York.
Nel 1970 viene invitata alla Biennale Internazionale di Carrara, evento di fondamentale importanza per la scultrice che proprio in quella occasione scopre le svariate potenzialità del marmo e della pietra.
Veronika Van Eyck è considerata una delle più grandi rappresentanti della stagione artistica milanese del dopoguerra.
Sposa un noto ginecologo italiano, con il quale vive a Milano. Dopo la morte del marito si stabilisce a Buccinasco dove realizza il suo laboratorio creativo: un grande studio dove aveva la possibilità di lavorare il marmo e di utilizzare la fiamma ossidrica per accostare metalli.
Nonostante il perdurare negli anni ’50, di alcuni pregiudizi sulla donna-artista, le sculture di Veronika sono subito molto apprezzate e arrivano i riconoscimenti pubblici.
Le sue opere vengono esposte in gallerie in tutta Italia ed Europa, ma è a Milano che si consolida il suo successo. Del 1984 è una personale al Museo Archeologico di Milano; nel 1987 la Biblioteca Sormani organizza una sua personale sul tema de Le lune di Leopardi.
Nel 1988 Milano dedica a Veronika uno spazio espositivo all’aperto, nel cuore della città, allestendo un vero e proprio ‘’percorso di sculture’’ lungo Corso Vittorio Emanuele.
Una mostra così non l’avrò mai più nella vita: io di fianco al Duomo” sostiene l’artista, dimostrando una modestia che non sempre accompagna l’attività artistica.
La fama di Veronika arriva oltreoceano; molti dei suoi lavori sono conservati in alcune fra le più note collezioni pubbliche e private internazionali, dalla Germania all’America latina.

La scultura della Van Eyck si è sviluppata su poche tematiche principali, tra le quali la ‘testa’ rappresenta una delle più frequenti. Le sue opere caratterizzate dall’alternanza di superfici opache e lucide, variano per dimensione, tonalità di colore e presenza più o meno accentuata di elementi anatomici. Molteplici i materiali utilizzati: dal bronzo, usato fin dai primi anni di attività si passa alle più diverse varietà di marmo, dal nero del Belgio al bianco di Carrara. Nel maggio del 1994 viene organizzata una sua mostra dal titolo Sculture in ferro all’ Antico Oratorio della Passione del museo della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Vengono esposte una trentina di opere realizzate tra il 1992 e il 1994. Nel 1994 una personale dell’artista a Corsico nello spazio espositivo della Pianta; nel cortile è collocata una scultura donata dalla Van Eyck alla città.’
Veronika sviluppa nel tempo un forte interesse e passione politica nei confronti della lotta per l’indipendenza del popolo curdo, una passione che l’ha condotta ad effettuare diversi viaggi in Turchia e ad assumere posizioni politiche e personali di condivisione.

Nell’ottobre del 1996 alla galleria di Lyda Levi, a Milano, viene organizzata una mostra di incisioni e sculture dal titolo Kurdistan mon amour La morte a Bayram Pascia. Istambul.
Durante uno dei suoi frequenti viaggi in Marocco è stata ricoverata in ospedale e poi trasferita in Italia dove si era ripresa un poco. Ricoverata al reparto psichiatrico a Passirana di Rho e successivamente vicino ad Ivrea, muore nel 2001.


 

 

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